Un pensiero politico per Genova – 14 agosto 2018

 

Un aspetto spesso trascurato quando si parla di preghiera è il fatto che la conoscenza intima di Gesù ricevuta contemplando i brani biblici rende molto sensibili nei confronti di ogni forma di ingiustizia. Conoscere Gesù significa conoscere il Giusto per eccellenza. Significa conoscere un tempo e uno spazio nei quali non c’è posto per i soprusi, il regno di Dio, e al contempo soffrire acutamente per la distanza che ci separa da esso. Mettere Dio al centro della nostra vita ci porta così ad accogliere livelli di responsabilità sempre più alti, a diventare “contemplativi in azione”. Il cammino del nostro vivere quotidiano, ora informato dalla certezza che Dio è infinitamente giusto oltre che infinitamente misericordioso, ci impone di non scendere a compromessi con le forze del male. Dio non mancherà di sostenerci qualora il costo da pagare dovesse sembrarci troppo alto.

Per parte nostra, non possiamo che agire con estrema umiltà.  Tuttavia, se frenati dalla consapevolezza delle nostre mancanze individuali non entriamo nel merito del peccato sistemico che governa la società in cui viviamo, ci sottraiamo al compito al quale siamo chiamati come discepoli di Cristo. Per quanto gravi possano essere, infatti, i nostri peccati sono ben poca cosa al confronto degli attentati perpetrati dai potenti contro il progetto di Dio per l’umanità e per l’intera creazione.

Accompagnare la preghiera per le vittime con la denuncia dell’avidità, della protervia e della rete di connivenze criminali che hanno causato la tragedia di Genova è il modo più degno per rendere loro onore. È un modo per aiutare una città messa in ginocchio. Ed è anche un modo per contribuire a sollevare il nostro Paese dalla decadenza economica, morale, culturale e spirituale nella quale sta precipitando. Il Dio in cui crediamo – il Dio che ci parla attraverso la croce e la resurrezione di Gesù, il Dio costantemente impegnato a offrire amore, pace e giustizia a ciascuna delle sue creature – non può chiederci di meno.

 

 

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