Guia Sambonet – intervista di Stefano Femminis – Credere, 24 marzo 2019


L’egocentrismo è la grande tentazione di oggi

«La Quaresima è un tempo di conversione dello sguardo da sé a Gesù Cristo», dice la teologa. «Le promesse che le forze del male usano per legarci a sé sono ricchezza, onore e superbia». Testo di Stefano Femminis.

A lezione di preghiera con i Gesuiti. Guia Sambonet fa parte dell’équipe di spiritualità del Centro culturale San Fedele di Milano dove, insieme ai padri gesuiti progetta e guida il percorso annuale di Scuola di preghiera.

Ogni anno, all’inizio della Quaresima la liturgia ci propone il racconto evangelico delle tentazioni di Gesù nel deserto. Che cosa dice oggi a noi questo testo? 

La grande tentazione e il grande peccato della nostra epoca ‒ nei paesi occidentali soprattutto ‒ è il narcisismo, l’egocentrismo, il riferire tutto a se stessi. La Quaresima è un tempo di conversione dello sguardo da sé a Gesù Cristo, che si è incarnato, è morto ed è risuscitato per consentirci di partecipare al regno di Dio. Protagonista della Quaresima è Gesù, non siamo noi, e meno ancora lo è un elenco di mancanze che perda di vista quel Mistero. In questa luce, contemplare il racconto delle tentazioni di Gesù è un’occasione per cogliere il significato del suo farsi modello affinché ciascuno/a di noi, secondo la propria personalità e la propria condizione, possa seguire Gesù. Persino Gesù è stato tentato! Ma qual era l’oggetto delle tentazioni? Tradire l’alleanza con il Padre, scegliere il potere sul mondo e nel mondo anziché l’amore verso il Padre e verso il prossimo-nel-mondo.

Il confine tra bene e male, tuttavia, non è sempre netto ed evidente. Come riconoscere che siamo tentati? … 

Negli Esercizi Spirituali, sant’Ignazio di Loyola scrive che “il nemico della natura umana” sparge i suoi innumerevoli demòni per tutto il mondo, “non tralasciando province, luoghi, stati né persone alcune in particolare”(n.141). Come le reti e le catene sono per tutti, nessuno escluso, così le promesse che le forze del male usano per legarci a sé sono le stesse fatte a Gesù nel deserto: ricchezza, onore e superbia. Da questi, spiega ancora Ignazio, discendono tutti gli altri vizi.
Le “Regole per il discernimento degli spiriti” descritte nel libretto degli Esercizi, va notato, non sono universali. Possono essere comprese solo all’interno del cammino degli Esercizi. Senza una guida che ci aiuti a interpretarle a nostra misura, il “nemico”, che sa bene come travestirsi da angelo di luce, ha gioco facile. Ma anche al di fuori di quel cammino il raccoglimento e la preghiera sono fondamentali per riconoscere le tentazioni. La Quaresima del resto è tempo di preghiera. È un tempo nel quale ci si mette a nudo di fronte a Dio, di fronte a Gesù nudo sulla croce, e ci si lascia guardare da Lui. I demòni, insegnano i Vangeli, si scacciano solo con la preghiera (cfr. Mc 9,29).

Nessuno è più esposto alla tentazione di chi ritiene di essere senza peccato. È il grande inganno che, ci avverte Gesù, rende “ciechi”. Eppure ci caschiamo tutti …

Distinguerei tra chi pecca di superbia o nasconde ipocriticamente i suoi peccati e chi ha fatto molto lavoro su di sé per liberarsene. A differenza di Gesù, il “nemico”non ha alcun interesse per i peccatori cronici. Mira soprattutto ad allontanare da Dio chi già è al suo servizio. La tentazione di dare troppo peso alle nostre piccole mancanze è molto sottile: ci porta, ancora una volta, a guardare noi stessi anziché guardare Dio e lasciare che Dio ci guardi.

Nonostante siano passati quasi 60 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, e più di 20 dalla pubblicazione del nuovo Catechismo, l’impressione è che il concetto di tentazione venga associato solo ai peccati di natura sessuale. Perché facciamo così fatica a riconoscerci tentati anche, per esempio, nelle nostre scelte economiche?

Il disprezzo per il corpo e tutto ciò che lo riguarda (inclusa la donna, considerata “corpo” per eccellenza) ha una lunga storia nella Chiesa. Tuttavia è necessario stare attenti a non costruire una nuova dicotomia, a mio avviso altrettanto pericolosa, tra la sfera personale e la sfera sociale. Il termine di riferimento è l’amore. I peccati di natura sessuale sono mancanza d’amore verso un’altra persona, i peccati di natura sociale sono mancanza d’amore verso molte altre persone, verso le generazioni future, il pianeta.
Interrogarsi sulla sacralità dell’amore in ogni sua forma è il passo indispensabile per interpretare – non narcisisticamente – sia noi stessi sia il mondo che ci circonda. Vita sessuale disordinata, abuso di sostanze, consumismo, abuso sessuale e psicologico contro i minori o le persone indifese, femminicidio, xenofobia, guerra, global warming… sono col/legati in una stessa catena.

Sulla scia delle modifiche introdotte da altre chiese locali, si sta diffondendo anche in Italia una nuova traduzione del versetto del Padre nostro relativo alla tentazione. Che cosa ne pensa?

Non sono in grado di giudicare quale traduzione sia più fedele al greco eisenènkes di Matteo e di Luca, alla Vulgata, o al termine aramaico usato da Gesù, che non conosceremo mai. A me, “Non abbandonarci alla tentazione” pone un problema di ritmo, di metrica. Il Padre Nostro, come il Magnificat, come i Salmi, è un testo poetico, e in poesia tra contenuto e forma esiste un equilibrio delicatissimo. Quelle sei sillabe in più fanno una grande differenza, quando lo si recita. “Non lasciarci in tentazione” risolverebbe forse sia i problemi di ordine filologico e teologico sia quelli della musicalità del versetto. Ma ovviamente non ho alcuna autorità per suggerire un’alternativa utile a superare le resistenze nel cambiare un’abitudine consolidata da secoli.

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James Tissot, Jesus Carried up to a Pinnacle of the Temple (Gesù portato sul pinnacolo del Tempio), 1886-1894. Brooklyn Museum, New York.

 

Le tentazioni di Gesù nel deserto, XIII secolo, mosaico, Basilica di San Marco, Venezia.

 

Sandro Botticelli, Prove di Cristo, 1480-1482, Cappella Sistina, Roma.

 

Sandro Botticelli, Prove di Cristo, 1480-1482, Cappella Sistina, particolare.

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